James Douglas Morrison detto Jim, classe 1943, cantante, scrittore e poeta. Ufficialmente morto a Parigi nel 1971. Caro Morrison, sono molto lieto che abbia acconsentito a questo incontro, quindi vorrei subito tagliare la testa al toro: una volta per tutte, lei è morto sì o no?
No. E' ora di dire la verità. E' stata tutta una montatura. Quello che è stato trovato nell'albergo non ero io, ma un barbone vagamente somigliante a Val Kilmer, che avevo trovato morto per strada.
Le capita spesso di trovare morti per strada?
Ai bohemien capita questo e altro.
Capisco. E qual è il motivo di questa messinscena? Perché una rockstar mondiale a un certo punto decide di farsi credere morto?
Perché il mio idolo era Rimbaud.
Prego?
Rimbaud. Il ragazzino francese, quello che scarabocchiava le prime cose che gli venivano in mente sotto il laudano ed era diventato famoso solo perché andava a letto con uno importante.
Continui, la prego.
Ecco, lui non aveva nemmeno che 18 anni che si è reso conto che forse la gente lo stava prendendo troppo sul serio. Allora ha lasciato la poesia e si è trovato un lavoro da cristiani normali. Io che sono un po' più lento, ci ho messo 27 anni. Sta di fatto che una mattina mi sono svegliato, mi sono guardato nello specchio e ho pensato: ma quali lucertole? Ma quali uragani? Ma vaffanculo, va'!
E dove vive da quel momento?
Su un'isola tropicale. E' una specie di rifugio per celebrità in fuga. Sono qui in un villaggio tipo Club Med in compagnia di John Lennon, Janis Joplin, Jimi Hendrix, Marylin Monroe, Adolf Hitler, Elvis Presley e Massimo Palanca.
E come passa le giornate?
Oh, in vario modo. Gioco a freccette, biliardo, organizzo falò sulla spiaggia.
Musica niente?
Nella maniera più assoluta. Appena sento una sola nota di organo mi viene l'orticaria.
Senta, e perché si è deciso a parlare soltanto adesso?
Il motivo è semplice. Voglio lanciare un appello al mondo.
Pace, amore, non fate la guerra, passate dall'altra parte etc. etc.?
Niente di tutto questo. Il punto è che stiamo cercando una nuova isola e siamo disposti a valutare delle offerte, purché ragionevoli.
Il motivo?
Be', per 40 anni siamo stati in santa pace nel nostro isolamento. Poi un giorno sono comparse delle navi all'orizzonte, e degli elicotteri occupavano il cielo. Sembrava lo sbarco in Normandia. Solo che invece dei marines sono arrivati sulla spiaggia Massimo Ciavarro, Flavia Vento e Vladimir Luxuria. Hai voglia a dirgli che quest'isola era per gente famosa, non se ne sono voluti andare. E così ci hanno rovinato la pace: non si può più fare nemmeno una grigliata in spiaggia senza sentire queste oche sconosciute che bisticciano tutto il tempo.
Ha tutta la mia solidarietà. E giro volentieri l'invito a chi possiede un'isola tropicale. Morrison, la ringrazio sinceramente di questo incontro. Prima di lasciarci, ha un altro messaggio da mandare al mondo?
Sì. Sono decenni che vorrei precisare una cosa. Care adolescenti che scrivete le citazioni dei cantanti sulla Smemoranda con le penne colorate: i versi "you may say I'm a dreamer / but I'm not the only one" non li ho scritti io. Ripeto: N-O-N L-I H-O S-C-R-I-T-T-I I-O. Siete pregate di cambiare il nome sotto la citazione.
Mi sembra giusto. Arrivederla, dunque, e mi saluti Flavia Vento.
Senz'altro. E' stato un piacere.
giovedì 20 novembre 2008
Le interviste delle Rane / Jim Morrison
Etichette:
Interviste
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
3 commenti:
oggi è il suo compleano n'est pas? Auguri ...
Non saprei... in verità non sono un morrisologo accanito.
Be', gli auguri non si negano a nessuno.
capisco riuscire a sopportare Palanca, ma Hitler?
Mi cade un mito, a sapere che Morrison avrebbe accettato la sua compagnia.
Posta un commento