sabato 1 marzo 2008

Pillole di Atac


Sono mancato per un mese.
Ero in Veneto, e trenta giorni sono sufficienti ad abituarsi alla gente che ti circonda.
I veneti sono gente seria. Molto, molto seria. Anche scherzosa, se capita: i veneziani in particolare sono dei compagnoni. Ma come tutte le persone a cui la mamma ha insegnato la buona educazione, hanno un limite di discrezione che non valicano mai.

È stato così che sono tornato a Roma completamente fuori allenamento.
Per fortuna ci ha pensato il tipo del chioschetto dove compro l’abbonamento dell’Atac.

- Un abbonamento da trenta - faccio.
- Con la ricarica?
Lì per lì mi blocco. Che ci sia stata in mia assenza qualche nuova iniziativa promozionale? Tipo che se opziono l’abbonamento del mese successivo mi fanno uno sconto?
- In che senso, scusi?
- Le ricariche! Tim, vodafone, wind, quello che vòi…
- Ah! No grazie, basta l’abbonamento.
- Almeno un gratta e vinci te lo piji? Vedi quanti ce ne ho!
- No davvero, solo l’abbonamento…
- Vabbé. Allora ti aspetto per la prossima volta. Quando ricarichi il telefono vie’ qua.

Era modo per darmi il bentornato?

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