giovedì 23 ottobre 2008

Continua l'arroganza delle Toghe Rosse: ora decidono pure i nomi dei vostri figli


E' successo a Genova. Una giovane coppia è stata costretta dalla Corte di Cassazione a cambiare il nome del figlio primogenito, appena battezzato Venerdì.

I giudici hanno spiegato che intendono imporsi per evitare che siano messi ai figli nomi ridicoli, tali da provocare umiliazioni e scherno. I due sposi hanno avuto un bel da ribattere che nessuno ha impedito a Totti di chiamare la figlia Chanel e alla Borromeo di mettere al mondo una Oceano.

Tutto inutile: il nome "Venerdì", hanno spiegato i giudici, è secondo loro «in grado di arrecare un grave nocumento alla persona che lo porta» per il richiamo al nome del compagno di sventura di Robinson Crusoe (il romanzo di Daniel Defoe), «figura umana caratterizzata dalla sudditanza e dalla inferiorità che non raggiungerebbe mai la condizione di uomo civilizzato».

Cacchio, tutto questo mi mette nei guai.

Quindi devo rinunciare all'idea di chiamare mio figlio Pappalardo?

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Quindi la soluzione sarebbe quella di non fare figli a Genova?

Anonimo ha detto...

Io ho sempre pensato che mettere un nome al proprio figlio fosse una vera manifestazione d'arroganza, e mi sono sempre ripetuto che, nel caso serva, sceglierò il nome più neutro possibile (tipo Marco per lui, Francesca per lei).

Zeni ha detto...

Sono d'accordo. il criterio in genere dovrebbe essere: scegli un nome che gli/le consenta di passare inosservato alle scuole medie. Se supera quella prova, è fatta.
Anche se, a dire il vero, di questo passo la prossima generazione si chiameranno tutti Sharon e Ivan, e quindi Marco sarà il povero sfigato col nome esotico...

Zeni ha detto...

p.s. messaggio per il sindaco Alemanno: con questo NON STO difendendo le radici dell'identità italiana. Ripeto: NON STO difendendo le radici dell'identità italiana.

Redazione ha detto...

il problema e' il cognome non il nome!!!! Metti ad esempio un Fantozzi...o un italo bocchino...oddio anche italo pero' eh...