Con colpevole ritardo di alcuni mesi, mi unisco anch'io al dibattito che scuote il mondo culturale italiano, dopo l'apparizione in maggio del saggio critico di Wu Ming sul NIE: New Italian Epic.
Ho aspettato a lungo, ho ascoltato i diversi pareri pro e contro la teorizzazione di questo nuovo filone della letteratura italiana; mi sono appassionato alle discussioni su allegoria e allegoritmo, su ironia sì/ironia no, ho palpitato davanti al dilemma se si tratta di critica letteraria o autopromozione; alla fine ho deciso di parlare.
Vi dirò che ne penso.
Il mio parere, in verità, è molto articolato e necessiterebbe di un saggio lungo almeno il doppio. A ben vedere, però, si può provare a riassumerlo.
Più esattamente, con un'unica eloquente e splendida parola (moderna? post-moderna? epica? new-epica? post-epica? fate voi).
E la parola è:
sticazzi.
mercoledì 26 novembre 2008
Il New Italian Epic: un nuovo approccio
giovedì 20 novembre 2008
Le interviste delle Rane / Jim Morrison
James Douglas Morrison detto Jim, classe 1943, cantante, scrittore e poeta. Ufficialmente morto a Parigi nel 1971. Caro Morrison, sono molto lieto che abbia acconsentito a questo incontro, quindi vorrei subito tagliare la testa al toro: una volta per tutte, lei è morto sì o no?
No. E' ora di dire la verità. E' stata tutta una montatura. Quello che è stato trovato nell'albergo non ero io, ma un barbone vagamente somigliante a Val Kilmer, che avevo trovato morto per strada.
Le capita spesso di trovare morti per strada?
Ai bohemien capita questo e altro.
Capisco. E qual è il motivo di questa messinscena? Perché una rockstar mondiale a un certo punto decide di farsi credere morto?
Perché il mio idolo era Rimbaud.
Prego?
Rimbaud. Il ragazzino francese, quello che scarabocchiava le prime cose che gli venivano in mente sotto il laudano ed era diventato famoso solo perché andava a letto con uno importante.
Continui, la prego.
Ecco, lui non aveva nemmeno che 18 anni che si è reso conto che forse la gente lo stava prendendo troppo sul serio. Allora ha lasciato la poesia e si è trovato un lavoro da cristiani normali. Io che sono un po' più lento, ci ho messo 27 anni. Sta di fatto che una mattina mi sono svegliato, mi sono guardato nello specchio e ho pensato: ma quali lucertole? Ma quali uragani? Ma vaffanculo, va'!
E dove vive da quel momento?
Su un'isola tropicale. E' una specie di rifugio per celebrità in fuga. Sono qui in un villaggio tipo Club Med in compagnia di John Lennon, Janis Joplin, Jimi Hendrix, Marylin Monroe, Adolf Hitler, Elvis Presley e Massimo Palanca.
E come passa le giornate?
Oh, in vario modo. Gioco a freccette, biliardo, organizzo falò sulla spiaggia.
Musica niente?
Nella maniera più assoluta. Appena sento una sola nota di organo mi viene l'orticaria.
Senta, e perché si è deciso a parlare soltanto adesso?
Il motivo è semplice. Voglio lanciare un appello al mondo.
Pace, amore, non fate la guerra, passate dall'altra parte etc. etc.?
Niente di tutto questo. Il punto è che stiamo cercando una nuova isola e siamo disposti a valutare delle offerte, purché ragionevoli.
Il motivo?
Be', per 40 anni siamo stati in santa pace nel nostro isolamento. Poi un giorno sono comparse delle navi all'orizzonte, e degli elicotteri occupavano il cielo. Sembrava lo sbarco in Normandia. Solo che invece dei marines sono arrivati sulla spiaggia Massimo Ciavarro, Flavia Vento e Vladimir Luxuria. Hai voglia a dirgli che quest'isola era per gente famosa, non se ne sono voluti andare. E così ci hanno rovinato la pace: non si può più fare nemmeno una grigliata in spiaggia senza sentire queste oche sconosciute che bisticciano tutto il tempo.
Ha tutta la mia solidarietà. E giro volentieri l'invito a chi possiede un'isola tropicale. Morrison, la ringrazio sinceramente di questo incontro. Prima di lasciarci, ha un altro messaggio da mandare al mondo?
Sì. Sono decenni che vorrei precisare una cosa. Care adolescenti che scrivete le citazioni dei cantanti sulla Smemoranda con le penne colorate: i versi "you may say I'm a dreamer / but I'm not the only one" non li ho scritti io. Ripeto: N-O-N L-I H-O S-C-R-I-T-T-I I-O. Siete pregate di cambiare il nome sotto la citazione.
Mi sembra giusto. Arrivederla, dunque, e mi saluti Flavia Vento.
Senz'altro. E' stato un piacere.
mercoledì 19 novembre 2008
Annuncio di lavoro
AMOBOSESSI giovani, dinamici e proattivi cercarsi per periodo di stage non retribuito presso filiale di azienda con esperienza pluriennale nel campo dell'amministrazione pubblica.
Il nostro candidato ideale è incensurato, nutre interesse per le tematiche del sociale e ha commesso prima del periodo di prescrizione almeno uno dei seguenti reati: falso in bilancio, reati ambientali, peculato semplice, usura impropria, appropriazione indebita, frode informatica, truffa, corruzione di minorenne, frode nell’esercizio del commercio, persecuzioni insistenti e violente.
Per candidarsi commettere il reato e costituirsi all'indirizzo alfano_a@camera.it.
(non ci credete? leggete qui)
sabato 15 novembre 2008
Annullate le firme del V2-Day
Qualche mese fa in questo post vi avevo parlato dei motivi chiari per cui la Corte di Cassazione si sarebbe vista costretta a giudicare nulle le firme per i referendum indetti da Beppe Grillo durante il V2-Day.
Puntuale, qualche giorno fa è venuta la decisione delle Corte di non accettare le firme.
Ci voleva la bacchetta magica? No, bastava informarsi. E verificare l'esattezza delle informazioni, senza fidarsi alla cieca solo perché ci sta simpatico quello che ce le ha passate.
Devo dire che l'atteggiamento di Grillo mi ha spiazzato. In questo post del suo blog ha dichiarato di rimettersi alla decisione della Corte, solo ribadendo che secondo lui le firme erano valide. Ma non ha spiegato perché e percome. Punto. Fine nello spazio di una frasetta. I giudici della Corte avranno tirato un sospiro di sollievo: in altri tempi ne sarebbero usciti con epiteti tipo "quegli idioti pieni di merda della Corte di Cazzazione"...
Certo, magari sarebbe stato difficile spiegare la verità alle migliaia di persone che hanno firmato: e cioè che le elezioni anticipate avevano di fatto reso impossibile la raccolta firme, ma si era deciso di procedere ugualmente per non perdere la faccia. Prendendo per il culo una consistente fetta della cittadinanza.
Quello che colpisce di più, ora, è proprio l'atteggiamento dei firmatari. Scorrete i commenti al post citato, troverete un po' di tutto. I più accorti se la prendono con lui: ma come, hai commesso delle irregolarità e non ci hai detto niente?
Ma il commento più ricorrente è: Beppe, ci hai deluso, non puoi accettare così serenamente questo verdetto. La Piazza, cioè, è delusa dall'insolita signorilità di Grillo: sospetta il boicottaggio,vorrebbe il solito feroce attacco al Nemico, chiede la ribellione, qualcuno - e non sembra ironico - invoca la marcia su Roma.
Tutto questo mi ricorda quei genitori che ricorrono al Tar appena il figliolo viene bocciato. Se il piccolo Gianfilippo non studia, la colpa dev'essere del professore che l'ha preso in antipatia.
Allora ho ragione o no quando dico che i problemi dell'Italia sono della società intera, e non solo della classe dirigente?
I furbi che cavalcano quest'onda per il proprio tornaconto sono solo la punta dell'iceberg. Dietro, ci sono le colpe di tutti noi.
giovedì 13 novembre 2008
Buon compleanno Trabant
Le Edizioni Trabant festeggiano un anno di vita.
Questo è il link all'articolo schifosamente autocelebrativo che ho scritto per il Refuso.
Fateci gli auguri.
Non fiori, ma opere di bene...
p.s. per la cronaca quello nell'immagine è il modellino 1:43 che tengo sempre sulla scrivania, comprato anni e anni fa in un negozio di giocattoli in Transilvania...
mercoledì 5 novembre 2008
Deja vu
Riporto testualmente dal Corriere della Sera:
«Ho avuto l'onore di congratularmi con il senatore Obama, che questa notte è diventato il nuovo presidente degli Stati Uniti»: con queste parole il candidato repubblicano, John McCain, ha salutato da Phoenix i suoi sostenitori. (...) McCain ha lodato «l'uomo che era il mio avversario e che ora sarà il mio presidente», chiedendo in più occasioni ai suoi sostenitori di non fischiarlo con un semplice «per piacere». Il senatore dell’Arizona ha sottolineato che Obama «ha raggiunto un grandioso risultato», per se stesso e per il Paese.
E io che stavo lì a gingillarmi e tentare di capire cosa tutto questo mi riportasse alla memoria.
Poi ci sono arrivato.
La reazione di Berlusconi alla vittoria di Prodi del 2006!
O sono io che ricordo male?