mercoledì 7 maggio 2008

Roma: conosciamo meglio il nuovo sindaco


Lo scorso 28 aprile gli italiani, accendendo la televisione, hanno scoperto che era cambiato il sindaco di Roma. I lettori dei tg raccontavano con entusiasmo - be’, al Tg3 un po’ meno - che il nuovo podest…. ehm sindaco si chiama Gianni Alemanno.

- Chi? - avranno detto in molti.
- Alemanno!
- Alemanno chi?
- Quello dell’Area!
- Trezeguet?
- Ma no! Quello che stava all’Agricoltura!
- Dinamite Bla?
- Quello con gli occhi vicini!
- Fabio Fazio?

Per venire incontro a questo problema, abbiamo dunque deciso di tracciarvi un ritratto di sì insigne personaggio.

Giovanni Alemanno nasce a Bari nel 1958, ma da bambino si trasferisce con la famiglia a Roma. Secondo la biografia presente sul sito ufficiale, nel 1970 inizia la sua attività politica, ma fino agli anni ‘90 non gli capita nulla.

Ora, non è mia abitudine dubitare delle biografie ufficiali: come non credere a un politico che racconta la sua vita? Però mi sembrava strano questo buco di venti anni, così ho preso le mie informazioni.

E ho scoperto che aveva ragione: dal 1970 al 1990 non gli è successo niente di rilevante, se si eccettua:

- la militanza politica nell’estrema destra romana anni 70, prima nel Fuan, poi nel Fronte della Gioventù, a fianco ad altri camer… amici come Maurizio Gasparri, Ignazio La Russa, Roberto Fiore, Massimo Morsello

- un arresto nel 1981 con l’accusa di aggressione a mano armata ai danni di uno studente

- un secondo arresto nel 1982 con l’accusa di lancio di molotov contro l’ambasciata sovietica

- un terzo arresto nel 1989 per resistenza a pubblico ufficiale e tentato blocco di corteo autorizzato

In verità in tutte e tre le occasioni è stato prosciolto (anche se la seconda gli è costata 8 mesi di carcere preventivo), il che dimostra che questi avvenimenti erano effettivamente irrilevanti.

Sia come sia, all’epoca il nostro prode, soprannominato dai suoi camerati Lupomanno per l’erculea combattività e la indomita guerreggiante baldanza con cui si ergeva ritto innanzi il Sole natìo a tracciare i più fulgidi destini della Patria, aveva le idee molto chiare.
Sventolava fiero gloriosi vessilli con celtiche croci, pronunziava vibranti parole contro la decadenza delle plutocrazie occidentali, era pronto con eburnea volontà a opporsi a chiunque attentasse all’italico onore. Punto di riferimento culturale: Julius Evola.

Nel 1989 il già citato arresto è motivato da una manifestazione da lui lanciata contro la visita in Italia del presidente Bush: visita a suo dire offensiva per la memoria dei camerati caduti lottando contro l’invasore statunitense. In quegli stessi anni organizza una manifestazione di contestazione nei confronti di Umberto Bossi, nefasto rinnegatore dei valori della Patria.

Ma questi sono dettagli irrilevanti, come giustamente sottolinea il suo sito. La sua vera vita inizia intorno al 1993.

Che accade in quei giorni? Sono gli anni della svolta del Msi. Il periodo in cui Fini Gianfranco piano piano detta le nuove regole per una destra moderna. Via le camicie nere e sotto con le camicie di seta. Via l’alleato germanico e sotto con gli Stati Uniti e Israele. Basta con il corporativismo e un bell’evviva all’imprenditoria e al liberismo (leggi: alleanza con Forza Italia). Quanto agli attentatori all’unità del suolo natìo, per ragioni di cartello elettorale si può anche chiudere un occhio: e vai, alleati con la Lega. Nuovo riferimento culturale: Mike Buongiorno.

Il prode Alemanno si ripresenta così in doppio petto e viene eletto deputato nel 1994. Non è stata una scelta facile quella di seguire Fini nella svolta di Fiuggi. Il nostro all’epoca era tra l’altro il pupillo di Pino Rauti, il fondatore di Ordine Nuovo, al punto da averne sposato la figlia. Secondo le indiscrezioni, la svolta del ’94 provocò tanto scandalo in famiglia, che per anni il suocero gli ha tolto il saluto romano.

Il resto è storia. Dopo il 1994 è sempre rieletto alla Camera dei Deputati. Dal 2001 al 2006 è ministro alle Politiche Agricole. Nel 2008 si candida a Sindaco di Roma e tre giorni prima del ballottaggio onora il 25 aprile rendendo omaggio alla tomba di Salvo D’Acquisto. Non sappiamo se anche in quella occasione portava al collo - come sua abitudine - una medaglietta neonazista. Sia come sia, il 28 aprile vince le elezioni e diventa sindaco.

E qui giù polemiche per i modi in cui certi simpatizzanti hanno accolto la notizia: saluti romani, bandiere naziste, assalti teppistici, oltraggi a monumenti delle Fosse Ardeatine.

Ma perché farne una colpa ad Alemanno, se questa gente non ha capito che c’è stata una svolta?

Facessero anche loro come lui: un tratto di penna e zac! venti anni di vita diventano qualcosa di irrilevante.

Non è tanto difficile, no?

1 commento:

Anonimo ha detto...

"Quello con gli occhi vicini"

ahahahaha!

FUZZ