domenica 29 giugno 2008

Spagna campione: cosa ci mancherà degli Europei


Adesso che con la vittoria della Spagna è calato il sipario su questi campionati Europei di Austria e Svizzera, possiamo tirare un primo bilancio. Tante sono le cose che ricorderemo e che ci mancheranno.

Ci mancherà la teutonica perfezione del sistema organizzativo, che per tutelare la sicurezza e il decoro aveva proibito i festeggiamenti per strada, lo strombazzare delle auto e lo sventolio delle bandiere. A Zurigo era consentito soltanto il festeggiamento svizzero, cioè un moderato sorriso e un gesto della manina. A Vienna una circolare del sindaco imponeva ai tifosi di festeggiare il risultato qualunque fosse, anche in caso di sconfitta; e così si è capito perché nel ’38 gli austriaci avevano accolto i nazisti con fiori e applausi: erano troppo educati per protestare.

Ci mancherà l’Olanda di Van Basten, che per un po’ sembrava la squadra più forte del mondo, finché non si è capito che il merito era tutto di Italia e Francia.

Ci mancherà la Russia di Hiddink, che sembrava uno squadrone e poi si è capito che il merito era tutto dell’Olanda.

Ci mancherà la Spagna, che sembrava uno squadrone e dopo che ha battuto l’Italia ci ha fatto comodo continuare a pensarlo.

Ci mancherà la Turchia di Terim, che ha dato l’illusione di poter ripetere l’incredibile serie di botte di culo della Grecia 2004 e poi ha perso all’ultimo minuto. Terim si è consolato trovando nuovo lavoro come barista al Billionaire di Flavio Briatore.

Ci mancheranno le dichiarazioni di Domenech, le camicie di Loew, le parate assolutamente casuali di Lehman. E poi gli inutili commenti di Bagni, Bartoletti che cerca di fare lo spiritoso a sproposito, e Cerqueti che usa “timing” per dire “scelta di tempo” ed “extra time” per dire “tempo di recupero” (che peraltro in inglese si dice “additional time”; gli extra times sono i supplementari, ma vaglielo a spiegare).

Ci mancherà la Federazione Italiana, che ogni giorno rilasciava una dichiarazione di fiducia a Donadoni, e nessuno trovava strano che Abete parlasse al telefono dalla villa livornese di Marcello Lippi.

Ci mancherà Donadoni, che faceva la formazione seguendo le indicazioni della stampa sportiva. Volevano Del Piero e metteva Del Piero; chiedevano Cassano e avevano Cassano; spingevano per Aquilani e zac! ecco Aquilani in campo. E questa è la dimostrazione che i giornalisti non potrebbero mai allenare la Nazionale; purtroppo, però, non è possibile esonerare la Gazzetta dello Sport.

Ci mancheranno le aperture di Pirlo, i cross di Zambrotta e i gol di Toni. Per la verità è un mese buono che ci mancano, e questo forse spiega tante cose.

Ci mancherà infine l’overdose di calcio. Già al terzo turno dei gironi mi sono sentito perso, con la cancellazione della partita delle 18.00. Ma adesso che si fa? Saremo costretti ad assumere il metadone del calciomercato; oppure aspettare le Olimpiadi, per sintonizzarsi alle cinque del mattino con la Cina e accorgersi di avere sbagliato giorno ed essersi svegliati di notte per vedere la lotta greco-romana.

Ma soprattutto questo Europeo mancherà tantissimo alla maggioranza di governo: approfittando del fatto che gli italiani erano distratti dal calcio, hanno approvato all’incirca 13.457 leggi ad personam. Ieri stavano per depenalizzare l’ingiuria alle alte cariche dello Stato, poi Di Pietro ha dato del magnaccia a Berlusconi e hanno fatto marcia indietro.

Sarà per un’altra volta, tranquilli. Non mancheranno le occasioni...


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